KAYAK - Boreca: gnocchi e fagioli
di Gange — 14 febbraio 2024
Ci sono quei torrenti che punti per anni senza mai riuscire a farli e poi ti ritrovi a ripeterli poco dopo.
Il Boreca lo avevo lasciato a inizio novembre 2023, una bella discesa con qualche sbatacchiamento, dopotutto non è certo un torrente di volume.
Questa domenica mi organizzo al volo con i pavesi: Violo, Manes e Milli, per un Trebbia alto con opzione Boreca che scorre in una valle dimenticata dal Signore e che è fattibile solo dopo abbondanti piogge.
Il solito viaggio della speranza passa piacevolmente in compagnia del Violo, dove scopro l\'esistenza di \"Ivo del Brallo\", una sorta di bazaar di attrezzatura da sci obsoleta con magazzino al colle del Brallo ma anche a Cervinia e... DUBAI (?), il paradiso per i barboni come me, peccato non aver avuto il tempo di farci un giro.
Finalmente ci ritroviamo con Manes e Milli. Il livello del Trebbia è alto ma fattibile, ma Violo ha in testa una parola sola: \"Boreca\", e Boreca sia.
Anche il Milli ha in testa una parola sola: \"Gnocchi\" e difatti molla il colpo e si prende in carico due \"task\" cruciali: andare ad avvertire il gestore della locanda degli gnocchi che, pur con i nostri tempi, passeremo a trovarlo e farci il recupero. Esistono Shuttle Bunnies più avvenenti del Milli ma considerando le strade in stile Corsica del luogo è stato enormemente apprezzato.
Memore della volta precedente, dove un albero interrompeva la ripida strada un km prima dello sbarco, a questo giro il Violo si carica in macchina una sega da legno che fortunatamente non useremo.
Il Boreca sembra avere un livello simile al giro precedente, forse un filo più basso? difficile da dire, a me è sembrato in generale più morbido forse perché stavolta ho evitato di dare gomitate sulle pietre spigolose. In compenso a questo giro l\'acqua è chiara.
Poco dopo la partenza ritroviamo un vecchio amico, un bell\'albero incastrato di traverso che come a novembre ci costringe ad un facile trasbordo. Manca invece l\'altro tronco che ti costringeva ad un passaggio thriller in piena rapida e dove c\'erano stati casini. E dunque, direte voi, niente numeri? Beh no, a questo giro ci ho pensato io. In un piccolo imbutino entro lento e vengo loopato nel buco (hai voluto la coda piatta?) faccio un eskimo ma... sono sempre lì, nel frattempo sopraggiunge il Manes che, a bordo del mio ex transatlantico Zen Large, mi asfalta. Spero che grazie alla sua stazza possa spingermi fuori senza dover necessariamente prendere il mio posto, invece.... FAGIOLATA!
Oleee, era da un po\' che non facevo una bella nuotata, dopotutto ci sta che il fiume ti ricordi chi è che comanda. Peccato che non ci siano più gli awards bagno del Brianza Tour.
Il Manes riesce ad autorecuperarsi, mentre la mia barca parte in quarta. Ed eccomi li, novello Orzowei degli appennini che ravana nel bosco, anche perchè il torrente è tortuoso e quindi ci troviamo completamente separati senza possibilità di comunicare.
Ci sarebbero mille punti dove fermarsi ma il Violo la recupera dopo quasi 300 metri.
Dopo questo episodio la discesa va via molto tranquilla e piacevole, non sarà certo un torrentone ma il fatto di essere in una valle così stretta e isolata ha il suo perchè.
Sempre a proposito di posti nella zona che hanno un perché impossibile non citare il finale con gnocchi alla trattoria Zuffi di Vesimo, una metropoli di 10 abitanti, e poi un lungo viaggio del ritorno che mi regala un bel tramonto e l\'esperienza di guidare in valli semisconosciute.
Ancora una volta una uscita con i pavesi che appaga la pagaia, lo spirito e le trippe.