La "deriva psicogeografica" è andata in trasferta e così sabato scorso insieme alla Friz e Nieddu ci siamo ritrovati a correre letteralmente su e giù per Genova.
Come al solito è un report lunghissimo, per chi ha fretta potete fermarvi ai primi 5 paragrafi.
Rispetto alle edizioni passate non c'è stato il cosiddetto 'prologo' ma la ricerca del parcheggio, tra sotto-sopra-inmezzo-dove$%$%^siamo-passi ne ha fatto degnamente le veci.
L'appuntamento era ai giardini Luzzati, una piazzetta riqualificata, un luogo talmente inclusivo da far convergere nello stesso luogo un ampio spettro dell'umanità: dalla famigliola al muflone orientista.
Come da tradizione, il primo evento nell'evento è il "briefing" pre-gara di Remo, un monologo show che oltre a preziosi suggerimenti per sopravvivere alla gara mescola impegno civico, urbanistica, un po di sentimentalismo "ho fatto la mappa dei caruggi a forma di cuore" e naturalmente cabaret: "tranquilli, per questa volta non vi mando in posti vietati o pericolosi..." (AH AH! SGAMATO!).
Una volta partiti è stata una continua scoperta, una delle cose che mi ha colpito rispetto a Milano sono stati gli odori: frittura di pesce, focacce ma anche piscio (cose che capitano se uno dei punti di controllo è un contatore dell'acqua dentro un vespasiano) e naturalmente la salsedine.
Poi naturalmente c'è la componente verticale, cosa evidente dalla mappa generale che è significativamente occupata dalle curve di livello.
Pensate alla planimetria della città disegnata su un foglio...e poi accartocciatelo, it's Genova Darling (cit.)
Insomma un numero infinito di scale, alcune ripidissime dove stavo quasi per ammazzarmi mentre le scendevo, mi vedevo già sui giornali: "turista muore da pirla mentre cerca il murales di una Mona Lisa seminuda" ma anche ascensori che non sempre funzionano, funicolari e cremagliere.
Confusi? Disorientati? Manco a farlo apposta in questi giorni c'è pure una mostra di Escher.
E dato che mi è impossibile fare un report sintetico del MOO, faccio una carrellata delle mappe, nell'ordine che abbiamo seguito noi.
I forti: una bella passeggiata in quota con vista sulle bellezze...e bruttezze della città, raggiungibile con una funicolare o un bellissimo trenino storico a cremagliera. Oltretutto la giornata era perfetta. Momento "canoista allo sbarco" quando prendiamo una scorciatoia per riguadagnare la strada e ci troviamo a striscare tra i rovi.
Il quartiere Bari: quello delle scale di cui sopra, meno male che lo abbiamo fatto scendendo. Un cartello recita che è vietato "Qualsiasi" gioco (sic), ma anche gli scacchi? E noi?
Li vicino c'era la zona della stazione Principe, un classico multilivello alla MOO, effettivamente un bel casino per i viaggiatori che devono fare un cambio treno.
Dalla stazione facciamo un lungo trasferimento in metropolitana per arrivare al quartiere Certosa, tristemente noto per il crollo del ponte Morandi. Sapevo che Remo ci avrebbe portato li ed ero molto curioso di visitarlo. I palazzoni tutti uguali si differenziano con una lunga serie di murales molto belli ma che non riescono a distrarti dalla struttura del nuovo ponte che incombe su tutto il quartiere. nel punto dove il ponte Morandi passava sopra le case è rimasto un vuoto colmato da un parco commemorativo, forse un po' troppo anonimo. L'atmosfera che si respirava mi ha ricordato Ground Zero a New York, sarei curioso di vedere come sarà il quartiere quando il tempo farà la sua parte.
Altro trasferimento e siamo a Cornigliano, ulteriore quartiere non proprio chic, vecchie case, acciaierie e in mezzo la ferrovia e una bella passeggiata riqualificata con piante e foto del periodo industriale. Ad un certo punto ci troviamo dal lato sbagliato della ferrovia, vediamo quello che sembra un sovrapasso ma per raggiungerlo dobbiamo prima saltare giu da un muro, finalmente saliamo per la stretta scala di ferro e...
siamo all'ingresso di una delle case, non era un passaggio. Mentre siamo li che decidiamo sul da farsi un ragazzo che sta entrando in casa ci dice di andare via da li,credevo che il motivo fosse il disturbo invece ci dice che potrebbe caderci il cornicione in testa, ahah. Ma Remo, non avevi detto che stavolta non c'era nulla di pericoloso?
Ok, è ora di un po' di struscio, niente di meglio del porto antico, dove sorge l'acquario. Qui siamo alle prese con una cartina minimale: niente edifici o strade ma solo la posizione di piante e pali e ce ne sono davvero tantissimi. Qui il segreto e non perdere la pazienza e muoversi con circospezione... "No, no non siamo qui, vedi? Qui c'è palina-palina-palo-palina palina noi dobbiamo cercare palina-palina-palina-palina" Belin, che fatica.
Abbiamo quasi finito... ci mancano i caruggi e i punti extra...già... i punti extra, iniziamo dal muoverci per tutta una serie di serrande colorate, che ci fanno scoprire come a Genova siano stati confiscati alla mafia un centinaio di esercizi commerciali, purtroppo non tutti sono stati ancora assegnati.
Ma poi... un maledetto punto di controllo fuori zona ci fa perdere tempo, un file audio ci darebbe delle informazioni precise ma, è un testo in italiano letto da una voce automatica in inglese, va bene prendere l'ashenzorey, che oltretutto non founziona, va bene proseguaire onehundredsixtyfive metrui sul maurciapiedey, ma giuro che capire il resto è stato un delirio.
Vabbè, tanto tempo impiegato e ci manca ancora la zona dei caruggi, decidiamo di andarci a piedi, qui il momento memorabile è quando Nieddu parte per la tangente e la Friz per richiamarlo si esibisce in un incrocio tra un camallo e un coatto in mezzo alle sciure con il cincillà. "AHOOO NIEDUUUUU, che fai gange, perché non ti sbracci anche tu come me in mezzo alla gente?"
E finalmente l'ultima mappa, i caruggi: se vuoi uscire vivo da un puttan-tour a Genova serve la bussola prima ancora del preservativo.
Finiamo felici e sudati dove siamo partiti, una birra e un panino all'aringa e poi rientro a Milano...
Il MOO in trasferta funziona e Remo sta pensando ad altre città... se continua di sto passo ne faremo anche uno sulla MOOn
(foto mie e di Friz)